Arancia Meccanica fu un film meraviglioso di Kubrick ma anche un capolavoro sul campo da calcio. A partire dagli anni quaranta, lo stemma del club assunse una differente conformazione: la «N», di colore bianco, fu collocata su uno scudo francese antico dal campo azzurro e dal bordo dorato. La versione con corona bianca, scritta nera, disco centrale azzurro e «N» di color oro, sebbene assai diffusa, non fu mai adoperata per le divise da gioco: nel quadriennio 1985-1989, infatti, sulle maglie casalinghe compariva la versione con corona bianca, scritta nera, disco centrale azzurro e «N» bianca, oppure, quando il logo non era cucito ma stampato, una versione monocromatica in bianco sullo sfondo azzurro della casacca; sulle divise da trasferta, invece, poteva essere riprodotta – oltre alla variante con corona bianca, scritta nera, disco centrale azzurro ed «N» bianca – una versione con corona blu, scritta bianca, disco centrale azzurro e «N» blu, oppure, quando il logo non era cucito, ma stampato, una versione monocromatica in blu sullo sfondo bianco della casacca. Sebbene incompleto, il nuovo impianto venne inaugurato il 28 ottobre 1931, con la denominazione di «Città di Cosenza». La dirigenza del club, infatti, mirava a ottenere «un’identificazione tra squadra e storia della città», andando a richiamare elementi di carattere culturale e identitario, attraverso i simboli araldici.
Le lettere A e C erano sostituite da due S, mentre, in punta, sulla scritta NAPOLI, compariva, con un carattere di dimensioni diminuite, la parola CALCIO, il tutto di colore bianco. Il tutto era inserito in un ovale, dal fondo azzurro e dal bordo dorato, sormontato dai cinque cerchi olimpici. Il cavallo, però, non scomparve del tutto dal sistema iconografico del Napoli, ma, declinato nel cosiddetto «ciuccio», ne divenne la mascotte. Agli angoli alti dello stemma erano collocate le iniziali A e C, mentre in punta campeggiava, in maiuscolo, la scritta NAPOLI, con le lettere allungate verso il basso, a seguire la forma dello scudo. In relazione a quest’ultimo aspetto, il cavallo di Nilo è sfrenato, mentre quello di Capuana è fermo; quanto agli smalti, invece, è possibile rilevare che l’arme del seggio di Nilo presenta il campo d’oro e la figura di nero, mentre, nell’arme di Capuana, il campo è d’azzurro e la figura è d’oro. Nel 1982, invece, si verificò una vera e propria rivoluzione nel design dello stemma della società partenopea: per la prima e unica volta nella storia del club, infatti, la mascotte della squadra azzurra divenne parte integrante del nuovo emblema.
Le nuove casacche, infatti, recarono un emblema che, partendo dallo stemma del 1962, lo rivisitava: immutata restava la forma dello scudo, il cui fondo, però, era uniforme e di colore azzurro, il cavallo inalberato, invece, era sostituito da una «N» maiuscola senza grazie, sempre d’azzurro, collocata nell’ovale bianco. Venne adottato, infatti, uno stemma che richiamava l’arme d’Angiò moderno, «d’azzurro, a tre gigli d’oro, alla bordura di rosso» – ovvero una delle insegne araldiche proprie della Casa Reale di Borbone. Conclude il girone all’ultimo posto con 5 punti, avendo ottenuto una sola vittoria, per 0-1 in casa della Georgia. Il nuovo emblema adottato dalla dirigenza della compagine partenopea aveva una forma circolare, molto semplice, ed era contraddistinto da una «N» maiuscola con grazie, riprodotta in oro, collocata su fondo azzurro, bordato d’oro: la sola iniziale del nome del club, ma anche della città, dunque, assurse al rango di stemma. Sul fondo azzurro dell’emblema, era collocata, in oro, la «N», che si differenziava, tuttavia, da quella napoleonica adottata negli anni precedenti, poiché era dotata di un’ulteriore grazia nell’angolo basso, simile, ma speculare e capovolta, rispetto a quella dell’angolo alto.
La riproduzione dell’emblema realizzata per le maglie della squadra azzurra, però, non rispecchiava il medesimo design: difatti, lo scudo era bianco (ovvero azzurro per le divise da trasferta) e su di esso campeggiava una «N» azzurra (ovvero bianca per le divise da trasferta) in maiuscolo e priva di grazie. Nel corso della stagione 1965-1966, l’emblema del club riprodotto sulle divise da gioco fu semplificato ulteriormente: la «N» azzurra, in maiuscolo e priva di grazie, fu inserita in uno stemma tondo dal fondo bianco e con un doppio bordo azzurro (più sottile) e bianco (più spesso). È da evidenziare, però, che, diversamente dagli emblemi cuciti sulle maglie della squadra, lo stemma realizzato per i distintivi a spilla dati in omaggio agli abbonati, presentava sì la forma tonda – fondo azzurro, con bordo dorato – ma differivano le fattezze della «N»: anch’essa d’oro, infatti, risultava dotata di grazie. Per la stagione 1971-1972, infatti, fu riprodotto sulle copertine degli abbonamenti lo stemma del Regno delle Due Sicilie, privo di ornamenti esteriori e modificato in un punto dell’arme: il punto di Portogallo era stato sostituito da uno scudetto azzurro, caricato della «N» in Times New Roman.
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